Credo che David Pelusi ci debba spiegare
- Laura Barnaba
- 21 nov 2019
- Tempo di lettura: 4 min
IN UN DOCUMENTO PUBBLICATO DAL GDL RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO il coordinatore e consigliere David Pelusi è stato indicato come “PSICOLOGO DEL LAVORO” sebbene all’epoca risultasse e risulti ancora oggi iscritto alla sezione B come “DOTTORE IN TECNICHE PSICOLOGICHE”. Solo a distanza di settimane dalla pubblicazione e da che lo avevo avvisato della stranezza, il titolo attribuito è stato corretto. Visto che è candidato, credo che il collega PELUSI DOVREBBE DARE PUBBLICAMENTE UNA SPIEGAZIONE.
Tra le principali funzioni dell’Ordine Psicologi, c’è quella di vigilare sul titolo di psicologo, vale a dire, in termini semplici, vigilare che venga utilizzato solo da e per persone che hanno i requisiti di legge e non da o per persone che non li hanno.
Per chi si arroga il titolo senza averne diritto, può persino prefigurarsi (ma non certo in tutti i casi) un reato penale contro la fede pubblica.
Cosa penseresti se in un documento prodotto in seno all’Ordine Psicologi e scaricabile dal sito istituzionale, che ha tra gli autori due consiglieri (compreso il Presidente della Commissione Deontologica), il titolo venisse attribuito a chi non ha i requisiti di legge?
Che opinione ti faresti sulla capacità dell’Ordine di vigilare sul titolo?
Secondo te ci sarebbe un danno di immagine per l’Ordine?
Vorresti sapere di più su un simile caso?
Pensi che la Commissione deontologica e il Consiglio dovrebbero occuparsene con la massima urgenza?
Ti racconto una storia vera. David Pelusi è stato eletto consigliere della sez.B nell’Ordine Lazio, è stato in Consiglio per 6 anni e si è ricandidato alle prossime elezioni con Altrapsicologia. Fin dalla costituzione del GdL rischio stress lavoro-correlato (di cui ho fatto parte anche io fino al 2016, ma di questo racconterò un’altra volta), David Pelusi ne è stato coordinatore. Il GdL rischio stress lavoro-correlato ha pubblicato un documento sugli sportelli d’ascolto, ampiamente reclamizzato per essere scaricato soprattutto per chi si accingeva a iscriversi al seminario sugli sportelli che si è svolto il 14 giugno 2019. Il documento, accanto a degli indubbi pregi, presenta a mio parere una serie di criticità, tra le quali quella di valorizzare esclusivamente la figura dello psicologo del lavoro. Per ragioni di spazio, non posso approfondire ora la questione dell’esaltazione del solo psicologo del lavoro per i compiti di cui parla il documento, ma invece raccontare che nell’elenco degli autori, David Pelusi compariva come “psicologo del lavoro”. Il giorno prima del seminario, ho segnalato riservatamente in una mail a David Pelusi le criticità che avevo ravvisato nel documento aggiungendo “Ti segnalo inoltre che nelle notizie sugli autori figuri come psicologo del lavoro, ma dall'albo online alla data odierna risulti iscritto alla sez.B” All’epoca ero certa che si trattasse di un problema di ritardo nell’aggiornamento dell’Albo online e che nel giro di pochi giorni il collega sarebbe risultato iscritto all’Albo A. Considerando il suo ruolo pubblico, era importante che fosse al corrente della difformità e magari sollecitasse l’aggiornamento del sito. Con mia massima sorpresa, a settembre il documento venne nuovamente pubblicizzato e si trattava di un riedizione con alcune correzioni (ma non quelle che avevo richiesto) e, per quello che qui interessa, David Pelusi non era più indicato come “psicologo del lavoro” ma come “dottore in tecniche psicologiche”, come ancora oggi risulta essere dall’albo online! Cosa significa questa variazione? Significa forse che nella prima versione del documento l’indicazione come “psicologo del lavoro” non era legittima? Possibile che sia successa una cosa del genere in un documento dell’Ordine, scaricabile dal sito istituzionale, che vede tra gli autori due consiglieri, compreso il Vicepresidente Pietro Stampa nonché coordinatore della Commissione deontologica, e un membro del gruppo di lavoro? Un documento che esce a nome del Gruppo di lavoro e con il logo dell’Ordine in intestazione, non deve essere letto preventivamente con il massimo scrupolo in ogni dettaglio? Se c’è stato un errore e/o un’illegittima attribuzione del titolo, chi è responsabile? Come valutare le ripercussioni sull’immagine dell’Ordine e sui co-autori estranei all’errore e/o illegittima attribuzione del titolo? Vari colleghi sono rimasti sconcertati dall’accaduto e dai dubbi, ma mi hanno pure espresso la loro ritrosia a inviare una segnalazione riguardante un consigliere per timore di conseguenze negative. Altri mi hanno comunicato la sfiducia verso l’esito equo di un eventuale procedimento deontologico nei confronti di un consigliere di maggioranza. I più pessimisti hanno pensato che Pelusi si sia attribuito il titolo di psicologo del lavoro perché era la figura esaltata dal documento e quindi l’abbia fatto nell’ottica di ottenere un incarico in uno sportello di ascolto! Ad ogni modo, il 23 settembre ho ritenuto mio dovere inviare una pec alla Commissione deontologica raccontando l’accaduto, anche perché, come dice il regolamento, la responsabilità disciplinare è anche per negligenza (disattenzione) e per danni all’immagine, alla reputazione e alla dignità della categoria. In altre parole, se David Pelusi è stato indicato come “psicologo del lavoro” senza averne titolo, potrebbe esserci una responsabilità deontologica (sua o di altri) anche se ciò fosse avvenuto senza dolo e solo per distrazione (magari un copia-incolla). Io posso dire che lui è stato avvisato il 13 giugno e che almeno per qualche settimana (se non mesi) correzioni non se ne sono viste. Non ho avuto ad oggi alcun riscontro dalla Commissione deontologica (che in un altro caso che conosco aveva comunicato subito l’apertura di un’istruttoria preliminare). Io spero che quanto descritto abbia una spiegazione che non lasci ombre sul consigliere Pelusi, su altri colleghi e sull’Ordine Lazio. A mio personale parere, ad ogni modo, se in un documento dell’Ordine viene indicato come psicologo chi non lo è, c’è un danno per l’immagine dell’Ordine e le responsabilità vanno accertate. Questo almeno quello che mi sembra apparire dai dati a disposizione, ma non è una certezza. Poiché le elezioni sono prossime e David Pelusi è candidato, io credo che egli debba a noi tutti almeno una prima spiegazione, nell’attesa che la Commissione deontologica ed eventualmente il Consiglio svolgano i loro accertamenti.
P.s. David Pelusi è una persona dai modi cordiali, suscita simpatia e auguro tutto il bene a lui e famiglia, ma come consigliere della sez. B invito a votare le altre candidate e non solo per quanto ho appena raccontato!

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