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Dovere di trasparenza verso elettrici ed elettori: vi racconto la risposta di Federico Conte



Credo nel confronto e nel dialogo. Non mi piacciono l’autoreferenzialità e la comunicazione unidirezionale. Se sbaglio sono pronta a scusarmi e prendermi le mie responsabilità e spero che gli altri facciano altrettanto e che non fuggano di fronte alle obiezioni. A maggior ragione se rivestono incarichi importanti nel nostro Ordine.


Ho mandato una pec a Federico Conte il 15 novembre scorso (foto in basso) per chiedere un commento alla sconcertante scoperta che il CNOP non era ammesso alle riunioni UNI per le quali lui aveva pubblicato addirittura un video-appello denunciando ingiustamente la colpevole assenza e invitando tutti a fare pressioni perché mandasse un rappresentante. (L’impossibilità per il CNOP di partecipare in base alle decisioni UNI mi è stata di recente confermata anche dalla coordinatrice del gruppo di lavoro sul tavolo counseling). Nessuna replica.


In seguito, il 27 novembre gli ho inviato una seconda pec (foto in alto) che dice:


Ciao Federico.

Ti scrivo per informarti che ho pubblicato alcuni articoli in cui ti menziono e che trovi ai seguenti link

sulle indennità e i compensi


sul tuo incarico di RPCT


sulla sezione Amministrazione Trasparente del sito dell’Ordine


Nell’ottica di un sano confronto di cui rendere edotti anche gli elettori ti chiedo cortesemente una replica o comunque dei commenti anche al fine di poter rettificare eventuali informazioni non corrette che avessi pubblicato. Mi impegno a pubblicare quanto mi risponderai.

Sperando in un tuo riscontro in tempi brevi e possibilmente prima dell’inizio della seconda convocazione

Ti saluto cordialmente

Laura


Venerdì 30 novembre è arrivata una risposta dal collega, che ho potuto leggere in serata.

Federico Conte mi scrive che si tratta di un ennesimo tentativo di incursione nella sua sfera privata che lo preoccupa non poco. A parte l’aggettivo ennesimo, non capisco perché definisca incursione nella sua sfera privata la pec che vi ho trascritto sopra: ho chiesto un commento su attività dell’Ordine Lazio!

Mi dice che se il mio scopo era quello di spaventarlo l’avevo raggiunto. Spaventarlo? Come può pensare che volessi spaventarlo? Non volevo parlare alle sue spalle e gli stavo offrendo di ospitare la sua replica! Forse è spaventato dal dover rispondere di quanto accaduto in Ordine?

Mi racconta che la notte dorme male e che le persone intorno a lui si stanno rendendo conto che i suoi comportamenti sono diversi. Se ciò è vero, mi dispiace per lui, ma perché me lo dice?

Dice che ha cambiato le sue abitudini di vita, che la sera cerca di non uscire, che si guarda intorno, che parcheggia lo scooter davanti alla telecamera dell’Ordine perché ha la percezione di essere vulnerabile nel momento in cui entra ed esce dall’Ente.

Dice di essere preoccupato di quella che definisce una mia fissazione nei suoi confronti. Io non ho alcuna una fissazione nei suoi confronti come persona, ma in periodo pre-elettorale ed elettorale, da iscritta e candidata sto approfondendo le vicende dell’Ordine in molte delle quali si dà il caso che egli sia implicato in prima persona. Inoltre è candidato. Afferma che io commento ogni cosa che lui scrive come se fosse diretta a me stessa. Come si è fatto questa convinzione non è dato saperlo, però mi sento percepita e descritta come una psicopatica. Ma non trova normale che un’iscritta candidata cerchi di approfondire e ponga obiezioni? E non sarebbe tutto più semplice se egli o altri del Consiglio dessero dei chiarimenti? Le questioni che sollevato per me e per tante iscritte e iscritti non sono quisquilie.

Federico Conte afferma che non vuole contraddirmi pubblicamente perché teme per la sua serenità, aggiunge che vive in uno stato di profonda angoscia e ha pensato di dimettersi e ritirare la sua candidatura per non avere più a che a fare con me, che gli provocherei uno stato d’ansia e che farei chiamate alle persone intorno a lui (?). Aggiunge pure che teme per la sua incolumità fisica e che le mie pec hanno modalità aggressive e persecutorie (potete leggerle e farvi un’idea), che le mie pec non sono finalizzate a un confronto ma a screditarlo. Prosegue con frasi di questo tipo e scrive che lui teme che il vero scopo della mia candidatura sia quello di avvicinarlo, anche fisicamente, per continuare nei mie propositi molestatori e denigratori. Mi diffida a non avvicinarmi fisicamente alla sua persona (ho stretto la mano a tutte le candidate e i candidate tranne lui nel rispetto della sua richiesta, ho evitato persino di salutarlo, ma ho ben diritto di essere al seggio!).

Mi annuncia che se continuerò a importunarlo procederà con la denuncia (di stalking, credo) e con la contestuale richiesta di misure restrittive a tutela della sua incolumità fisica. Dopo altre frasi di simile contenuto scrive che non posso pubblicare la sua comunicazione.


Non pubblicherò la sua PEC almeno fino a che il mio legale non si pronuncerà (siamo nel fine settimana e la sta valutando anche per eventuali altre azioni a mia tutela), ma non ho stretto alcun contratto di riservatezza con Federico Conte, al contrario ho preannunciato che mi impegnavo a pubblicare quanto avrebbe replicato, credo che una tale richiesta sia scorretta e non intendo tacere: sono io a sentirmi molto turbata e minacciata da simili contenuti, non ci sto ad essere descritta come una pazza come capita ai dissidenti nei regimi dittatoriali!


Non pensavo che in campagna elettorale si arrivasse a tanto, comunque eccomi, nessun segreto davanti a elettrici ed elettori.


Sebbene dica di non voler entrare nei contenuti, nel merito degli argomenti sollevati il Tesoriere uscente mi scrive:


-che non capisco la differenza tra ruoli e non capisco perché l’incarico di Responsabile Prevenzione Corruzione e Trasparenza sia stato affidato a lui. Io ho letto quello che scrive l’ANAC a chiare lettere: il Tesoriere non può fare il RPCT;


-che non capisco la differenza tra indennità e gettoni di presenza ed è per questo che non mi spiego perché vengano erogate entrambe. Io la differenza la capisco, ma credo che non sia obbligatorio prevedere un gettone di presenza per chi ha già l'indennità. Ci sono fior di commissioni importantissime che non danno gettoni (es. ex art.6 D.Lgs. 81/08 che prende decisioni fondamentali in materia di salute e sicurezza del lavoro con riflessi in tutta Italia). Nel mio programma prevedo di valutare una rimodulazione, anche facendo confronti con gli altri Ordini (vedasi il programma scaricabile dalla home che è più aggiornato);


-che non so leggere i bilanci perché altrimenti mi sarei accorta che i costi complessivi nel capitolo Organi dell’Ente (indennità, gettoni, ecc.) si sono ridotti dal 2013 al 2018. Non ho mai affermato il contrario, ma se lo afferma lui, mi toglierò la curiosità di verificare, quando potrò; ad ogni modo, se ciò è vero, mi viene da pensare che senza gli aumenti i costi si sarebbero ridotti anche di più pur restando le indennità più che dignitose;


-che non so calcolare l’IVA che è al 22% e non al 20%. Benissimo, il dubbio mi era venuto (io non ho partita IVA), ma ho preferito rischiare di sbagliare in difetto. Quindi, se l’IVA è al 22% e non al 20%, alzare di 30.000 euro le indennità ci costa il 2% in più di quanto ho calcolato nel mio articolo?


-che non conosco le caratteristiche dei regimi forfetari, per cui l’IVA da una certa data in poi non viene più versata dall’Ente e questo ha compensato quasi tutto l’aumento delle indennità. Bene, ma la delibera parla di indennità + IVA. Se i percettori sono in regime forfettario l’Ordine può risparmiare, perché la cifra non può restare un risparmio per l’Ordine a beneficio di tutta la comunità professionale? Perché il possibile risparmio deve diventare un aumento di indennità che erano già molto alte?


- che non conosco le sentenze che prevedono che al direttore facente funzione andrebbe equiparata l’indennità con lo stipendio del direttore, altro che 16.000 Euro. Infatti non le conosco e sono sempre felice di imparare dal confronto, appena mi indicherà gli estremi le leggerò e le divulgherò; però mi viene in mente che potrebbero riferirsi a dipendenti di livello inferiore, mi chiedo se si può mandar via un direttore se è presente la posizione in pianta organica e ho letto nel Regolamento che è già compito del Tesoriere sostituire il direttore amministrativo in caso di vacanza.


Questo è quanto, colleghe e colleghi.

Sono turbata e ho dovuto disturbare l'avvocato, ma se uno di questi giorni Federico Conte vorrà stringermi la mano come si fa con lealtà tra colleghi candidati antagonisti, non mi tirerò indietro.




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